Maggio piovoso per il mais: vantaggi e svantaggi

Il mese di maggio è stato decisamente piovoso in tutta Italia e anche in Pianura Padana, sebbene nella stragrande maggioranza dei casi i fenomeni piovosi siano stati di relativamente breve durata e medio-alta intensità (con casi anche eclatanti sebbene isolati) la campagna 2016 del mais sembra procedere senza particolari problemi.

Le condizioni climatiche delle ultime 2 settimane sono state caratterizzate  – appunto – da piogge diffuse e temperature nella media del periodo con picchi anche elevati ma comunque senza escursioni termiche eccessive tra giorno e notte, ma va detto che le piogge nel periodo di maggio mettono in evidenza le lacune nella preparazione del terreno prima delle semine, che se eseguite senza la dovuta accortezza hanno determinato ristagni idrici del suolo e conseguente sofferenza nelle piante.

Gli effetti delle piogge degli ultimi 15 giorni non hanno infatti tardato a manifestarsi nelle situazioni e nelle aree dei campi in cui le lavorazioni non state eseguite correttamente o in condizioni non ottimali o dove è stato causato calpestamento eccessivo.

Foglie viola: cause scatenanti

colorazione violacea del mais in fase V3

colorazione violacea del mais in fase V3

Nel mais la ridotta attività radicale è evidenziata spesso da una colorazione violacea che le piante possono assumere (dovuta alla produzione e all’accumulo di un pigmento). Generalmente la colorazione scompare quando il mais entra in fase di levata, dalla fase V6 ( metodo del collare) in poi.

fase vegetativa mais

La rapida scomparsa o meno della colorazione è indice della rapida risoluzione o meno delle cause di stress che l’hanno indotta e quindi del potenziale impatto negativo sullo sviluppo della pianta e sulla resa finale.
Il periodo più delicato per il ristagno idrico dovrebbe quindi essere stato generalmente superato in caso di semine in periodo “convenzionale”, mentre il problema potrebbe affliggere le piante seminate più tardivamente. Citando uno dei Bollettini Difesa Mais Brescia edito dal Condifesa ricordiamo inoltre che diverse situazioni negative possono indurre la produzione dei pigmenti e non tutte sono ancora ben definite. Pare che una delle principali cause scatenanti sia l’elevato sbalzo termico fra il giorno e la notte, ma anche la presenza di compattamento, ristagno idrico, danni da insetti o erbicidi, possono determinare la comparsa della colorazione.
La distribuzione localizzata dei sintomi in capezzagna o in aree più o meno estese, ma comunque limitate del campo, è solitamente indice di condizioni di stress localizzate in queste aree. L’impatto sullo sviluppo e sulla resa non dipende dalla colorazione in sé ovviamente, ma dal permanere delle condizioni di stress che hanno indotto la comparsa della sindrome.

Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+Pin on Pinterest
2024 Assomais, tavolo di confronto per la filiera maidicola • Credits Slowmedia