Muove i primi passi il Piano nazionale per il mais

I partecipanti al Tavolo tecnico mais presso la sala del CREA per la cerealicoltura di Bergamo

Lo scorso 28 giugno si è riunito presso la sede del CREA per la cerealicoltura di Bergamo il primo “Tavolo Tecnico Mais”, iniziativa annunciata durante la scorsa giornata del mais di Bergamo che vuole radunare i rappresentanti della filiera maidicola italiana (vedi elenco in fondo all’articolo) da monte a valle per condividere le più rilevanti criticità di questa coltura da considerare nel Progetto «Rete Qualità Cereali plus – RQC+» attualmente al vaglio del Mipaaf.
Un articolo pubblicato sul settimanale “L’Informatore Agrario” riporta infatti che sul tavolo, al quale hanno partecipato numerosi addetti ai lavori della filiera, sono stati messi quattro punti:

  • promuovere e supportare innovazioni agronomiche mirate ad aumentare rese e sanità del mais;
  • sostenere la rete di sperimentazione pubblica;
  • valorizzare le infrastrutture del sistema di stoccaggio;
  • armonizzare gli interventi normativi e di politica del settore.

«Questi quattro punti devono diventare linee strategiche per un documento di supporto al mais da presentare al Mipaaf il prima possibile» ha chiarito Amedeo Reyneri, docente di colture erbacee presso l’Università di Torino e sostenitore di Assomais che, assieme alla direttrice del CREA di Bergamo Carlotta Balconi, anch’essa sostenitrice di Assomais, ha coordinato la mattinata. L’articolo sottolinea che, nonostante la diversità di opinioni, legata ovviamente all’eterogeneità dei partecipanti, i quattro punti all’ordine del giorno hanno sostanzialmente messo d’accordo tutti.
Nello specifico, è stata sottolineata la necessità di una Rete di sperimentazione pubblica che, oltre a determinare la produttività degli ibridi in commercio, fornisca anche informazioni tecnico- agronomiche più ampie e diventi il «quartier generale» di un sistema di allerta dal rischio contaminazione da micotossine e di attacco di diabrotica.

È emersa anche la proposta di legare il mais nazionale ai disciplinari dop con percentuali più elevate di quelle attuali. Da più parti è stato segnalato anche come, alla fi ne dei conti, il mais venga coltivato principalmente in 5 regioni, quindi mettersi d’accordo con un disciplinare condiviso per la produzione non dovrebbe essere troppo complesso. Il condizionale è d’obbligo, ma un primo passo è stato fatto, adesso bisogna proseguire in un cammino che si preannuncia lungo e complesso.

PARTECIPANTI AL TAVOLO TECNICO MAIS

Organizzatori
Coordinatore RQC MAIS: Carlotta Balconi, CREA-CI Sede di Bergamo
Resp. Unità Operativa 1: Sabrina Locatelli, CREA-CI Sede di Bergamo
Resp. Unità Operativa 2: Amedeo Reyneri, Disafa – Università degli studi Torino
Resp. Unità Operativa 2: Paola Battilani, Università Cattolica Piacenza
Partecipanti
Regione Emilia-Romagna: Daniele Govi, Luca Rizzi
Regione Piemonte: Gianfranco Latino, Alberto Turletti
Regione Veneto: Lorenzo Furlan, Veneto Agricoltura
Regione Lombardia: Amerigo Grisa
Regione Friuli Venezia Giulia: Marco Signor, Giorgio Barbiani, Ersa
Aires: Gianfranco Pizzolato, Enrico Costa
Assalzoo: Giulio Usai
Assosementi: Gianluca Fusco, Maria Ferretti
Associazione maiscoltori italiani – Ami: Giovanni Garbelli
Alleanza cooperative italiane – Aci: Augusto Verlicchi
Cia: Ivan Nardone
Consorzi agrari d’Italia e Area Economica Coldiretti: Emanuele Occhi
Consorzio agrario del Nordest: Sebastiano Mundula
Consorzio italiano biogas: Paolo Bizzoni
Roquette Italia: Pierangelo Marconi
Associazione granaria di Milano: Maurizio Floris
Reti agronomico varietali – CREA di Bergamo: Gianfranco Mazzinelli
Confagricoltura Bergamo: Alberto Possenti
Coldiretti Bergamo: Gianfranco Drigo
Osservatorio regionale (FVG) per la sorveglianza delle micotossine negli alimenti:
● CREA, Sede di Gorizia: Liviana Leita
● Azienda assistenza sanitaria FVG – igiene alimenti produzioni zootecniche:
Bruno Tassan Chiaret
● Cluster Agro-Food FVG – Parco Agroalimentare: Francesco Coletti

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2024 Assomais, tavolo di confronto per la filiera maidicola • Credits Slowmedia