Niente piogge in campagna: semine di mais in difficoltà

La siccità che perdura ormai da diverse settimana, e che è stata interrotta solo da qualche debole “pioggerellina”, non aiuta le semine di mais, anzi.
«Mai vista una siccità di tale portata tra fine marzo e i primi di aprile – evidenzia Giulio Rocca, presidente di Confagricoltura Venezia, in un’intervista pubblicata da AdnKronos .

«Gli agricoltori sono in grave sofferenza e vogliono essere informati e partecipare alle scelte che verranno prese. La terra è secca oltre misura – spiega Rocca – e si tratta di un fenomeno che non si ricorda a memoria d’uomo quindi assolutamente eccezionale.
In questo periodo l’operazione colturale più delicata – continua il presidente – è la semina del mais che non si riesce a fare a causa dei terreni troppo aridi oppure, laddove si era già provveduto alla semina, ci troviamo di fronte a plantule appena nate che rischiano di seccare in campo. In molte zone i consorzi di Bonifica non hanno ancora potuto mettere a disposizione degli agricoltori l’acqua per irrigare».

Veneto e Lombardia a secco

L’assenza di precipitazioni, soprattutto in montagna – riporta Confagricoltura – ha determinato in Veneto una situazione di grave criticità in termini di siccità che, per quanto riguarda le falde, sta superando in negativo ogni record storico relativamente agli ultimi 20 anni. Ma le conseguenze si vedono anche su corsi d’acqua piccoli e grandi. Analizzando il periodo ottobre-marzo, c’è un deficit di 170 millimetri di precipitazioni, a fronte dei 350 millimetri attesi, che difficilmente potrà essere recuperato, in considerazione del fatto che non c’è neve da sciogliere in montagna.
Anche in Lombardia la situazione è critica: il livello delle risorse idriche lombarde è il più basso degli ultimi dieci anni.

Secondo il bollettino pubblicato da Arpa Lombardia, gli invasi idroelettrici del segmento alpino centrale sono quasi a secco, mentre il livello dei laghi prealpini è mantenuto solo dal disgelo fortemente anticipato. Complessivamente la riserva idrica disponibile è ai minimi degli ultimi 10 anni, al di sotto anche del livello registrato nell’annata peggiore del decennio, il 2007.
Secondo il sito 3BMeteo, dopo una stagione invernale avara di precipitazioni, anche la Primavera si sta dimostrando decisamente più secca del normale su diverse aree d’Italia.

La situazione più grave sul Nordest, dove le falde acquifere soffrono il livello più basso da 20 anni a questa parte. Il fiume Adige dovrebbe avere una portata di 80 metri cubi al secondo e invece attualmente siamo intorno ai 37 metri cubi: il fiume arriva così ‘spompato’ alla foce, tanto che con l’alta marea l’Adriatico risale bruciando le campagne adiacenti con le sue acque saline.
Gran parte dei principali laghi del Nord Italia sono sotto il livello medio, da quello di Como a quello di Iseo, il Garda invece tiene botta per ora. Emblematico anche il livello del grande fiume Po, che in Lombardia risulta tipico di inizio Estate. L’Arpav ha calcolato che nel periodo Ottobre-Marzo in Veneto il deficit pluviometrico medio è di ben 170mm e la Coldiretti lancia l’allarme: se ad Aprile non pioverà seriamente si avranno inevitabili danni e disagi al settore agricolo ma anche sulla disponibilità idrica, peraltro già presenti. Sulle Alpi centro-orientali è infatti nevicato ben poco e le temperature superiori alla media nel mese di Febbraio hanno ulteriormente peggiorato la situazione: si ha così una disponibilità idrica indotta dalla fusione delle nevi e dei ghiacci ben ridotta. Solamente su alcune zone del Piemonte e dell’alta Lombardia è piovuto in modo più consistente negli ultimi mesi. Non solo il Nord, ma anche diverse aree del Centrosud soffrono deficit pluviometrici, in particolare Sardegna e versanti tirrenici.

Quando le grandi piogge?

Anche la seconda decade di Aprile sembra vedere un dipolo barico costituito da bassa pressione sul Nordest Europa e alta pressione appena ad Ovest dell’Europa – segnala 3BMeteo.

In questo contesto difficile pensare che anche nel lungo termine arrivino le grandi perturbazioni atlantiche, ma piuttosto impulsi instabili da Nord, che certo innescherebbero acquazzoni e temporali sparsi, ma ancora una volta verrebbero meno le grandi piogge ben distribuite.

Questo a meno che non riesca a formarsi una profonda depressione ad Ovest dell’Italia, alimentata da una irruzione fredda dalla Francia verso il Mediterraneo, ma ad ora la probabilità risulta ancora bassa almeno nei prossimi 10-12 giorni.

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